Notizie

FAMIGLIA E MINORI

Cass. civ., 19 febbraio 2018 n. 3922

In caso di divorzio, i figli hanno diritto a mantenere lo stesso tenore di vita di cui godevano durante il matrimonio: in tema di determinazione del contributo per il mantenimento dei figli è necessario considerare costi diversi da quelli connessi al mero sostentamento, e, dunque, esigenze relative, anche, all'aspetto abitativo, scolastico, sportivo, sanitario e sociale, con la precisazione che i figli hanno il diritto di mantenere il tenore di vita loro consentito dai proventi e dalle disponibilità concrete di entrambi i genitori, e cioè quello stesso che avrebbero potuto godere in costanza di convivenza.

Cass. civ., 7 febbraio 2018 n. 3015

L'ex coniuge che si dimette dal lavoro, sulla base di una scelta di vita del tutto personale, non può poi pretendere la maggiorazione dell'assegno divorzile.

Cass. civ., 15 gennaio 2018 n. 769

In caso di separazione e di condanna dell'ex marito al mantenimento dei figli, al 50% delle spese extra nonché a una somma per l'ex coniuge, a nulla serve eccepire di non avere un lavoro e di essere alla ricerca di un'attività.

Cass. civ., 21 dicembre 2017 n. 30746

Quando la convivenza diventa impossibile e il giudice di merito abbia addebitato la rottura a entrambi, la moglie non può pretendere la corresponsione di un assegno di mantenimento dal marito.


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OBBLIGAZIONI E CONTRATTI

Cass. civ., 24 aprile 2018 n. 10112

L'intermediario destinatario di un incarico per negoziare strumenti finanziari non ha l'obbligo, dopo la conclusione del contratto (nella fase esecutiva), di tenere informato l'investitore sulla eventuale variazione dei profili di rischio. Un simile obbligo, infatti, sussiste soltanto nel caso di contratti di gestione e di consulenza in materia di investimenti, trovando giustificazione nel fatto stesso dell'affidamento da parte del cliente all'intermediario del governo del proprio patrimonio mobiliare.

Cass. civ., 18 aprile 2018 n. 9298

La polizza assicurativa accessoria al finanziamento concorre a determinare il tasso di usura quando sia obbligatoria e non facoltativa.

Cass. civ., 10 aprile 2018 n. 8751

Negli investimenti finanziari il cliente non è tenuto a sapere della rischiosità di certe operazioni effettuate, in quanto è preciso compito dell'istituto mettere al corrente in modo dettagliato l'investitore di tutti i possibili rischi in cui potrebbe incappare effettuando una certa scelta. Onere probatorio quindi a carico unicamente dell'intermediario e non del cliente.

Cass. civ., 6 aprile 2018 n. 8571

La presenza di una clausola, con la quale si stabilisce che la restituzione dell’immobile avverrà a richiesta del comodante nel caso in cui ne abbia necessità, non trasforma il comodato come a termine, dal momento che la necessità che il comodante può addurre costituisce evento incertus an. In tal caso il comodato deve ritenersi senza determinazione di tempo, pur avendo le parti convenuto, ai sensi dell’articolo 1322 del Cc, che il potere di richiedere la restituzione si possa esercitare solo in caso di necessità di utilizzo dell’immobile, incompatibile con il protrarsi del godimento, ma tale necessità deve essere prospettata nel negozio di recesso del comodante e dimostrata, in caso di contestazione.

Cass. civ., 3 aprile 2018 n. 8169

Dare dei soldi a qualcuno per procurare alla figlia un posto di lavoro è non solo una prassi illecita ma anche contraria la “buon costume” per cui il denaro versato non può in nessun caso essere richiesto, applicandosi il principio della soluti retentio, vale a dire della ritenzione di ciò che è stato pagato, e non quello dell'indebito oggettivo.

Cass. civ., 26 marzo 2018 n. 7450

Il termine per l’adempimento può ritenersi essenziale, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1457 del Cc, solo quando risulti inequivocabilmente la volontà delle parti di ritenere perduta l’utilità economica del contratto con l’inutile decorso del termine medesimo, mentre la relativa indagine, da condursi alla stregua delle espressioni usate dai contraenti e soprattutto alla stregua della natura e dell’oggetto del contratto, si risolve in un apprezzamento di fatto, riservato al giudice di merito e non sindacabile in sede di legittimità se sorretto da motivazione congrua e priva di vizi logici e giuridici.

Cass. civ., 16 marzo 2018 n. 6552

La condizione perché sorga il diritto alla provvigione è l’identità dell’affare proposto con quello concluso, che non è esclusa quando le parti sostituiscano altri a sé nella stipulazione conclusiva, sempre che vi sia continuità tra il soggetto che partecipa alle trattative e quello che ne prende il posto in sede di stipulazione negoziale. Nel caso in cui il soggetto intermediato sostituisca altri a sé nella stipulazione del contratto, debitore della provvigione resta pur sempre la parte originaria, essendo costei la persona con cui il mediatore ha avuto rapporti.

Cass. civ., 14 marzo 2018 n. 6223

Qualora le parti, dopo aver stipulato un contratto preliminare, abbiano stipulato il contratto definitivo, quest’ultimo costituisce l’unica fonte dei diritti e delle obbligazioni inerenti al negozio voluto, in quanto il contratto preliminare, determinando soltanto l’obbligo reciproco della stipulazione del contratto definitivo, resta separato da questo, la cui disciplina può anche non conformarsi a quella del preliminare, salvo che le parti non abbiano espressamente previsto che essa sopravviva.

Cass. civ., 6 marzo 2018 n. 5160

E' nullo il contratto di finanziamento stipulato dietro la cessione del quinto quando vengano praticati interessi superiori a quelli stabiliti dalla norma senza considerare, peraltro, le difficoltà di chi chiede il prestito.

Cass. civ., 14 febbraio 2018 n. 3641

Il fondo patrimoniale è un atto a titolo gratuito, non crea un diritto soggettivo sui beni ed è così soggetto ad azione revocatoria.

Cass. civ., 12 febbraio 2018 n. 3307

Nel caso di contratti conclusi attraverso moduli o formulari, il contraente «debole» non può contestare la clausola vessatoria da lui sottoscritta - in questo caso di deroga al regime della competenza - sostenendo che non era leggibile.

Cass. civ., 8 febbraio 2018 n. 3087

I contratti di intermediazione vanno siglati in banca in forma scritta, gli ordini di acquisto, invece, possono essere impartiti anche telefonicamente.

Cass. civ., 4 dicembre 2017 n. 28945

Il correntista che intenda procedere alla ripetizione delle somme indebitamente riscosse dalla banca nel corso del rapporto ha il preciso dovere di dimostrare la fondatezza della pretesa azionata: nel caso di ripetizione di indebito oggettivo l'onere della prova grava sul creditore istante, che è tenuto a provare i fatti costitutivi della pretesa, e quindi l'avvenuto pagamento, sia la mancanza di una causa che lo giustifichi.


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DIRITTO D’AUTORE E BREVETTI

Cass. civ., 26 gennaio 2018 n. 2039

Anche l'arte informale dev'essere tutelata dal plagio. Ai fini della individuazione del plagio nell'arte, infatti, non può predicarsi un diverso e più ampio criterio con riguardo alla corrente dell'arte informale.

Cass. civ., 12 gennaio 2018 n. 658

In tema di diritto d’autore esiste differenza tra le opere delle arti figurative, tutelate dall’articolo 2 n. 4 della legge 633/1941, e quelle del disegno industriale, tutelate dal n. 10 del medesimo articolo, in quanto la caratteristica di queste ultime risiede nel fatto che esse trovano la loro collocazione nella fase progettuale di un oggetto destinato a una produzione seriale, qual è quella industriale, mentre le prime costituiscono un prodotto della creatività, identificabile attraverso il suo autore e declinato nella forma figurativa, che deve trovare espressione in un solo esemplare o in un numero limitato di esemplari ed è destinato a un mercato differente, sicuramente più ristretto, rispetto a quello cui sono indirizzati i beni oggetto della produzione industriale.

Cass. civ., 12 dicembre 2017 n. 29811

L'operazione di sincronizzazione o più semplicemente di associazione tra immagini siano esse fisse o in movimento e le musiche rappresenta una violazione del diritto d'autore se l'autore della composizione stessa non abbia fornito il proprio consenso.


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RESPONSABILITA’ CIVILE, DANNI E RISARCIMENTI

Cass. civ., 26 aprile 2018 n. 10158

Nessuna responsabilità per i radiologi che dopo aver eseguito la mammografia, a fronte di microcalcificazioni benigne, attenendosi alle linee guida, si limitano a prescrivere un follow up semestrale invece di disporre nuovi e più invasivi accertamenti.

Cass. civ., 13 aprile 2018 n. 9180

La struttura sanitaria è tenuta a rispondere del decesso di un paziente quando effettui un intervento chirurgico senza che sia strettamente necessario e in assenza di consenso informato.

Cass. civ., 27 marzo 2018 n. 7527

La rottura del contatore e contestuale fuoriuscita d'acqua che allaga il condominio causando notevoli danni patrimoniali costringe al risarcimento non il soggetto che fisicamente è contiguo all'impianto rotto, ma esclusivamente al proprietario dell'utenza.

Cass. civ., 27 marzo 2018 n. 7516

L'informazione e la consapevolezza del paziente circa gli esiti di un trattamento medico può essere provata anche per presunzioni. Non solo, una volta accertata la piena conoscenza dei possibili esiti dell'operazione, il medico non potrà essere chiamato in causa per il risarcimento, e non perché la sua condotta sia scriminata, ma perché qualsiasi conseguenza svantaggiosa dovrebbe ricondursi causalmente alle scelte consapevoli del paziente, piuttosto che al deficit informativo del medico.

Cass. civ., 27 marzo 2018 n. 7513

Nel caso di danno alla salute a seguito di un incidente stradale, il risarcimento corrispondente ad un determinato grado di invalidità riconosciuta, ricomprende già la menomazione degli aspetti dinamico relazionali che sono una conseguenza «normale» del danno alla salute. E non dunque un danno diverso. A meno che le peculiarità del caso concreto non abbiano acuito le conseguenze della menomazione per quel particolare soggetto, così giustificando un aumento del risarcimento di base del danno biologico, aprendo le porte al «danno morale.

Cass. civ., 23 marzo 2018 n. 7250

L'incompletezza della cartella clinica va ritenuta circostanza di fatto che il giudice di merito può utilizzare per ritenere dimostrata l'esistenza di un valido nesso causale tra l'operato del medico e il danno patito dal paziente. La duplice verifica deve essere effettuata per accertare se l'incompletezza rilevi al fine di decidere da un lato che l'esistenza del nesso di causa tra condotta del medico e danno del paziente non possa essere accertata proprio a causa dell'incompletezza della cartella. Sotto altro profilo dalla cartella può emergere che il medico abbia comunque posto in essere una condotta astrattamente idonea a causare il danno, incombendo sulla struttura sanitaria e sul medico dimostrare che nessun inadempimento sia a loro imputabile ovvero che esso non è stato causa del danno, incombendo su di essi il rischio della mancata prova.

Cass. civ., 23 marzo 2018 n. 7248

In materia di responsabilità per attività medico-chirurgica, l’acquisizione di un completo ed esauriente consenso informato del paziente, da parte del sanitario, costituisce prestazione altra e diversa rispetto a quella avente a oggetto l’intervento terapeutico, dal cui inadempimento può derivare un danno costituito dalle sofferenze conseguenti alla cancellazione o contrazione della libertà di disporre, psichicamente e fisicamente, di se stesso e del proprio corpo, patite dal paziente in ragione della sottoposizione a terapie farmacologiche e interventi medico-chirurgici collegati a rischi dei quali non sia stata data completa informazione. Tale danno, che può formare oggetto di prova offerta dal paziente anche attraverso presunzioni e massime di comune esperienza, lascia impregiudicata tanto la possibilità di contestazione della controparte quanto quella del paziente di allegare e provare fatti a sé ancor più favorevoli di cui intenda giovarsi a fini risarcitori.

Cass. civ., 20 marzo 2018 n. 6911

Va riconosciuta una responsabilità a carico della banca e in particolare dell'intermediario che abbia convogliato tutte le somme affidate nell'acquisto di bond argentini, anche se all'epoca non avevano un indice di pericolosità.

Cass. civ., 14 marzo 2018 n. 6141

L’amministrazione comunale è tenuta a garantire la circolazione dei veicoli e dei pedoni in condizioni di sicurezza: a tale obbligo l’ente proprietario della strada viene meno non solo quando non provvede alla manutenzione di quest’ultima, ma anche quando il danno sia derivato dal difetto di manutenzione di aree limitrofe alla strada, atteso che è comunque obbligo dell’ente verificare che lo stato dei luoghi consenta la circolazione dei veicoli e dei pedoni in totale sicurezza. Infatti il Comune, il quale consenta alla collettività l’utilizzazione, per pubblico transito, di un’area di proprietà privata, si assume l’obbligo di accertare che la manutenzione dell’area e dei relativi manufatti non sia trascurata. Ne consegue che l’inosservanza di tale dovere di sorveglianza, che costituisce un obbligo primario della Pa, per il principio del neminem laedere, integra gli estremi della colpa e determina la responsabilità per il danno cagionato all’utente dell’area, non rilevando che l’obbligo della manutenzione incomba sul proprietario dell’area medesima.

Cass. civ., 28 febbraio 2018 n. 4727

L'intermediario finanziario non può trincerarsi dietro il profilo speculativo dell'investitore per aggirare l'obbligo di fornire la prova di averlo informato sui rischi del prodotto in primis quello relativo alla possibilità di perdere il capitale. Non solo, l'aver fornito in un secondo momento un warning relativo all'andamento del mercato ed al fatto che il bond era privo di rating non esonera da responsabilità l'intermediario.

Cass. civ., 20 febbraio 2018 n. 4026

Nelle scommesse sportive on line nel caso la società concessionaria del servizio non proceda alla restituzione della somma versata dallo scommettitore, quest'ultimo può avanzare la pretesa direttamente alla pubblica amministrazione.

Cass. civ., 14 febbraio 2018 n. 3676

Negli investimenti finanziari il cliente va sempre informato dei rischi che corre di perdere una determinata somma nell'acquisto di titoli. Soprattutto - come nel caso concreto - quando l'intermediario abbia puntato sui tango bond.

Cass. civ., 13 febbraio 2018 n. 3426

Risarcimento dovuto per il soggetto che ha subito un danno per essere stato coinvolto con il proprio cognome e attività svolta all'interno di una trasmissione televisiva senza aver prestato alcun consenso.

Cass. civ., 5 febbraio 2018 n. 2675

In tema di responsabilità del medico per erronea diagnosi concernente il feto e conseguente nascita indesiderata, il risarcimento dei danni che costituiscono conseguenza immediata e diretta dell'inadempimento della struttura sanitaria all'obbligazione di natura contrattuale spetta non solo alla madre ma anche al padre in funzione dei diritti e doveri, che secondo l'ordinamento si incentrano sulla procreazione cosciente e responsabile considerando che agli effetti negativi della condotta del medico e alla responsabilità della struttura in cui egli opera, non può ritenersi estraneo il padre che deve perciò considerarsi tra i soggetti “protetti” e quindi tra coloro rispetto ai quali la prestazione medica inesatta è qualificabile come inadempimento con il correlato diritto al risarcimento dei danni, immediati e diretti, fra i quali deve ricomprendersi il pregiudizio di carattere patrimoniale derivante dai doveri di mantenimento dei genitori nei confronti dei figli.

Cass. civ., 1 febbraio 2018 n. 2523

Le operazioni di investimento obbligano sempre l'intermediario a informare il cliente su cosa si investe e quel sia il rischio

Cass. civ., 1 febbraio 2018 n. 2483

Quanto più la situazione di possibile danno è suscettibile di essere oggettivamente prevista e superata attraverso l'adozione da parte dello stesso danneggiato delle cautele normalmente attese e prevedibili in rapporto alle circostanze, tanto più incidente deve considerarsi l'efficienza causale del suo comportamento imprudente fino a rendere possibile che detto comportamento interrompa il nesso eziologico tra fatto ed evento dannoso.

Cass. civ., 1 febbraio 2018 n. 2482

Le precipitazioni atmosferiche integrano l'ipotesi di caso fortuito solo «allorquando assumano i caratteri dell'imprevedibilità oggettiva e dell'eccezionalità, da accertarsi con indagine orientata essenzialmente da dati scientifici di tipo statistico, non essendo sufficiente la dichiarazione dello stato di emergenza o di calamità, che può anche non riguardare un evento in sé eccezionale e imprevedibile.

Cass. civ., 1 febbraio 2018 n. 2481

A fronte di un pericolo, l'utente della strada è tenuto ad un uso prudente e secondo le cautele normalmente attese e prevedibili.

Cass. civ., 1 febbraio 2018 n. 2480

È esclusa la responsabilità da cose in custodia in capo all'ente proprietario e gestore della strada, munita di guardrail di altezza a norma di legge, per i danni patiti dal superamento del medesimo da parte del conducente di un veicolo che ne aveva, per causa ignota, perso il controllo, non potendo il custode rispondere dei danni cagionati in via esclusiva da una condotta del danneggiato da qualificarsi oggettivamente non prevedibile.

Cass. civ., 1 febbraio 2018 n. 2479

L'individuazione di una condotta colposa del danneggiato - non consente di ritenere - per ciò stesso - integrato il caso fortuito, ove non emerga che sia risultato interrotto qualunque nesso causale fra la cosa in custodia e l'evento.

Cass. civ., 1 febbraio 2018 n. 2477

Il caso fortuito rappresentato da fatto naturale o del terzo è connotato da imprevedibilità ed inevitabilità, da intendersi però dal punto di vista oggettivo e della regolarità causale (o della causalità adeguata), senza che possa riconoscersi alcuna rilevanza alla diligenza o meno del custode. Le modifiche della struttura della cosa o le situazioni di pericolo determinate da fattori imprevedibili sono suscettibili di divenire, se non rimosse tempestivamente, nuove condizioni intrinseche della cosa, idonee a comportare la responsabilità del custode.

Cass. civ., 31 gennaio 2018 n. 2369

In materia di consenso informato, il giudice deve interrogarsi se il corretto adempimento, da parte del medico, dei suoi doveri informativi avrebbe prodotto l’effetto della non esecuzione dell’intervento chirurgico, dal quale, senza colpa di alcuno, è derivato lo stato patologico, oppure avrebbe consentito al paziente la necessaria preparazione e la necessaria predisposizione ad affrontare il periodo post-operatorio nella piena e necessaria consapevolezza del suo dipanarsi nel tempo. Infatti, qualora il paziente avesse comunque e consapevolmente acconsentito all’intervento, dichiarandosi disposto a subirlo qual che ne fossero gli esiti e le conseguenze, anche all’esito di un’incompleta informazione nei termini anzidetti, sarebbe insussistente il nesso di causalità materiale tra la condotta del medico e la lesione della salute, proprio perché il paziente avrebbe, in ogni caso, consapevolmente subito quella incolpevole lesione, all’esito di un intervento eseguito secondo le leges artis da parte del sanitario.

Cass. civ., 30 gennaio 2018 n. 2181

Le Ferrovie devono risarcire il passeggero caduto mentre scende dalla carrozza se il treno si ferma lontano dalla banchina.

Cass. civ., 29 gennaio 2018 n. 2060

Tutti responsabili - struttura sanitaria, chirurghi ed anche il secondo aiuto - se l'intervento chirurgico è andato male a causa di un comportamento sanitario imprudente, consistito nell'aver sottoposto la paziente ad una operazione non urgente di protesi all'anca senza averne prima verificato le condizioni generali. In caso di comportamento colposo e fonte di danni a terzi da parte di medici che operino all’interno di una struttura sanitaria, pubblica o privata che essa sia, a prescindere dall’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato o anche di una collaborazione stabile, la struttura sanitaria ne risponde a titolo contrattuale.

Cass. civ., 25 gennaio 2018 n. 1906

Sì al risarcimento del danno morale per il consigliere comunale che, dopo essere stato regolarmente eletto, non ha potuto esercitare la carica perché il comune sbagliando ha deliberato che si trovasse in una condizione di incompatibilità.

Cass. civ., 23 gennaio 2018 n. 1584

Il passeggero che agisca per il risarcimento del danno derivante dal negato imbarco o dalla cancellazione (inadempimento) o dal ritardato arrivo dell’aeromobile rispetto all’orario previsto (inesatto adempimento), deve fornire la prova della fonte del suo diritto e il relativo termine di scadenza, ossia deve produrre il titolo o il biglietto di viaggio o altra prova equipollente, potendosi poi limitare alla mera allegazione dell’inadempimento del vettore. Spetta a quest’ultimo, convenuto in giudizio, dimostrare l’avvenuto adempimento, oppure che, in caso di ritardo, questo sia stato contenuto sotto le soglie di rilevanza fissate dall’articolo 6, comma 1, del regolamento C.E. n. 261/2004.

Cass. civ., 23 gennaio 2018 n. 1580

A fronte dell’illecita attività dell’avvocato che, in sostituzione dell’unico avvocato incaricato dai clienti e senza l’autorizzazione dei clienti medesimi si sostituisca all’avvocato di fiducia compiendo attività processuali non autorizzate con esito pregiudizievole per i clienti stessi, questi ultimi possono agire direttamente nei confronti del sostituto per farne accertare la responsabilità. L’azione è diretta e trae la sua fonte dall’esercizio di un’attività direttamente pregiudizievole nella sfera dei clienti altrui da parte dell’avvocato non autorizzato e consente ai clienti di far valere una responsabilità contrattuale del professionista, diretta al risarcimento dei danni. Da ciò discende l’obbligo dell’assicurazione professionale dell’avvocato di tenerlo indenne dalle conseguenze dannose provocate a terzi dallo svolgimento dell’attività professionale stessa.

Cass. civ., 15 gennaio 2018 n. 749

Il Ministero dell'Istruzione e la compagnia assicurativa non devono risarcire l'insegnante colpita dal tappo di una bottiglia di spumante aperta dagli alunni di un liceo classico per festeggiare, durante l'orario di lezione, l'avvicinamento dell'esame di maturità.

Cass. civ., 12 gennaio 2018 n. 702

In caso di smarrimento o furto della merce spedita, il mittente che domandi al vettore il risarcimento del danno deve unicamente provare la perdita del carico ed il relativo valore, ma non anche di avere indennizzato il destinatario della merce per il mancato arrivo.

Cass. civ., 7 dicembre 2017 n. 29325

Se a seguito della mancata trascrizione, una sentenza favorevole diventa inopponibile al fallimento della società debitrice, i clienti dell'avvocato non possono prendersela unicamente col professionista, incombendo anche su di loro un dovere di agire secondo l'ordinaria diligenza

Cass. civ., 5 dicembre 2017 n. 29001

L'intermediario che segue un cliente negli investimenti non può affermare genericamente l'inadeguatezza dell'operazione.

Cass. civ., 30 novembre 2017 n. 28823

Il notaio che di fatto faccia da intermediario tra il soggetto mutuatario e la banca non può essere considerato responsabile se il beneficiario inganni la buona fede del professionista mostrando documentazione falsa.

Cass. civ., 21 novembre 2017 n. 27545

La banca non risponde delle occasioni perdute dal proprietario dell'immobile pignorato che dopo aver estinto il debito non sollecita l'istituto alla rinuncia agli atti esecutivi.

Cass. civ., 16 novembre 2017 n. 27299

Se è comprensibile un po' di agitazione per la paura di aver perso una telefonata importante a causa di un guasto della linea, appare invece fuori misura la richiesta di un risarcimento alla compagnia telefonica- nientemeno che per danno esistenziale.

Cass. civ., 14 novembre 2017 n. 26850

In un sinistro stradale, il danno patrimoniale non può essere escluso perché la vittima era disoccupata e lo stesso vale anche per il mancato riconoscimento del danno da perdita di chance.

Cass. civ., 14 novembre 2017 n. 26805

Concorso di colpa per chi alla guida del proprio scooter, senza oltrepassare la linea divisoria, supera a sinistra le auto incolonnate nel traffico scontrandosi con una vettura che improvvisamente inverte la marcia.

Cass. civ., 9 novembre 2017 n. 26518

L'ospedale non ha responsabilità se il danno procurato al paziente non era prevedibile in relazione alla velocità con cui è stato effettuato l'intervento. E deve essere escluso che un ospedale pubblico possa essere chiamato a rispondere dell'errore commesso da un medico libero professionista, solo perché nella struttura sanitaria erano stati eseguiti in passato vari accertamenti.


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DIRITTO DEL LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE

Cass. civ., 26 aprile 2018 n. 10138

La “predisposizione” alla malattia psichica (accertata dal Ctu) nel dipendente demansionato, non può essere addotta dal datore di lavoro per escludere la propria responsabilità nell'insorgere della malattia e dunque non risarcire il danno biologico.

Cass. civ., 20 aprile 2018 n. 9895

In caso di licenziamento motivato dalla necessità di accorpare le aree commerciali per fronteggiare la crisi, con la conseguente soppressione di quelle poco performanti, il datore di lavoro deve provare che l'area gestita da chi ha perso il lavoro fosse effettivamente meno produttiva delle altre.

Cass. civ., 18 aprile 2018 n. 9590

E’ licenziabile il prestatore in malattia trovato a effettuare lavori non compatibili con lo stato morboso.

Cass. civ., 17 aprile 2018 n. 9412

In un appalto tra amministrazione e privato, un dipendente della società appaltatrice non può invocare la solidarietà passiva della propria azienda e della Pa nella ripetizione di una somma di denaro.

Cass. civ., 10 aprile 2018 n. 8772

Nel contratto di part time verticale ciclico - ai fini del riconoscimento contributivo per la maturazione del diritto alla pensione - fanno fede anche i periodi di tempo in cui il lavoratore non ha operato.

Cass. civ., 5 aprile 2018 n. 8411

Il licenziamento si considera legittimo anche se la contestazione non ha il carattere dell'immediatezza.

Cass. civ., 28 marzo 2018 n. 7702

E’ Illegittimo il comportamento del datore che stipuli con il lavoratore una lunga serie di contratti (nel caso a termine e di somministrazione) per poi risolvere il rapporto di lavoro.

Cass. civ., 26 marzo 2018 n. 7426

Il dirigente non può essere licenziato sempre e comunque in funzione del grado ricoperto: è illegittimo il licenziamento sorretto da giustificato motivo oggettivo per una vicenda penale che però non è stata richiamata nella fase di merito.

Cass. civ., 14 marzo 2018 n. 6147

E’ illegittimo il licenziamento intimato al lavoratore nell'ambito di una procedura collettiva quando in concreto non venga esaminata la professionalità del dipendente e la sua attitudine a svolgere mansioni differenti.

Cass. civ., 8 marzo 2018 n. 5523

Il datore non può licenziare un proprio dipendente in funzione di prove acquisite con uno scambio di mail.

Cass. civ., 8 marzo 2018 n. 5510

Deve essere concessa la perequazione economica al dipendente che, rientra nel personale universitario e che grazie a un concorso interno sia passato dalla posizione C4 alla D equivalente a quella di dirigente del comparto sanitario.

Cass. civ., 8 marzo 2018 n. 5504

In tema di contratto di lavoro a tempo determinato, l’articolo 2, comma 1-bis, del decreto legislativo 368/2001, fa riferimento esclusivamente alla tipologia di imprese presso cui avviene l’assunzione, quelle concessionarie di servizi e settori delle poste, e non anche alle mansioni del lavoratore assunto, in coerenza con la ratio della disposizione, individuata nella possibilità di assicurare al meglio lo svolgimento del cosiddetto “servizio universale postale”, ai sensi dell’articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 261/1999, di attuazione della direttiva 1997/67/Ce, mediante il riconoscimento di una certa flessibilità nel ricorso allo strumento del contratto a tempo determinato, pur sempre nel rispetto delle condizioni inderogabilmente fissate dal legislatore.

Cass. civ., 7 marzo 2018 n. 5385

In tema di infortuni sul lavoro, ove il datore di lavoro non abbia rispettato specifiche norme di sicurezza, la sua responsabilità, in ordine all’infortunio subito dal dipendente, non può essere senz’altro ammessa se sia emersa una coeva o successiva condotta colpevole dell’infortunato o di altri, né esclusa soltanto per tale fatto, dovendosene accertare la reale autonomia causale rispetto alla causa posta in essere dal datore di lavoro ovvero la concorrenza.

Cass. civ., 21 febbraio 2018 n. 4223

Il ricorso al contratto di lavoro intermittente deve consentire al datore di poter licenziare il dipendente per assumerne altri. Si tratta di una modalità, quindi, non tanto per stabilizzare il lavoratore quanto cercare di far fare esperienza ai giovani, in particolare agli under 25.

Cass. civ., 8 febbraio 2018 n. 2990

Nell’appalto di servizi, a seguito dell'accertamento giudiziale della interposizione fittizia di manodopera, qualora il lavoratore abbia offerto la propria prestazione lavorativa, il datore che l’abbia illegittimamente rifiutata deve comunque corrispondere la retribuzione. Non è corretto, infatti, che siano i lavoratori a subire le conseguenze sfavorevoli derivanti dalla condotta omissiva del datore di lavoro rispetto all'esecuzione dell'ordine giudiziale.

Corte Costituzionale, 30 gennaio 2018 n. 12

La quota di pensione di pertinenza della gestione speciale dell'Inps va determinato con riferimento al trattamento complessivamente erogato, dove con il termine complessivamente si deve intendere anche la quota pensione richiesta dal soggetto all'apposito Fondo e corrisposta in forma capitale.

Cass. civ., 25 gennaio 2018 n. 1922

È illegittimo perché sproporzionato il licenziamento della dipendente assentatasi per 20 giorni dal lavoro senza fornire alcuna spiegazione all'azienda, se lo ha fatto per assistere la figlia caduta in una grave depressione post partum.

Cass. civ., 23 gennaio 2018 n. 1631

Legittimo il licenziamento comminato dall'azienda ad un suo dipendente per aver presentato un certificato che attestava falsamente lo svolgimento di attività elettorali lucrando il diritto ad un giorno di riposo compensativo, poi effettivamente fruito.

Cass. civ., 11 gennaio 2018 n. 509

E’ legittimo il licenziamento del genitore che dopo aver ottenuto un congedo parentale per stare con il figlio minore di otto anni si dedichi ad altro.

Cass. civ., 5 gennaio 2018 n. 155

Nel caso di illegittima applicazione di un contratto di lavoro a termine, scatta il contratto a tempo indeterminato per la maschera impiegata presso la Fondazione lirica.

Cass. civ., 5 gennaio 2018 n. 146

Alla stregua dell'articolo 2087 del Cc non è ipotizzabile a carico dell'imprenditore un obbligo di sicurezza e prevenzione anche in relazione a condotte del dipendente che pur non rientranti nella nozione di inopinabilità e di abnormità, siano state poste in essere successivamente al compimento della prestazione lavorativa richiesta, perché non rientranti nella suddetta prestazione e perché effettuate senza darne allo stesso preventiva comunicazione secondo le direttive impartite. Corollario di tale principio è che la parte datoriale non incorre nella responsabilità di cui alla norma civilistica per non avere fornito le attrezzature necessarie a tutelare l'integrità psico-fisica del lavoratore nello svolgimento della non prevista prestazione né di non avere esercitato il controllo sulla conseguente esecuzione nel rispetto dei paradigmi di sicurezza legislativamente richiesti.

Cass. civ., 4 gennaio 2018 n. 88

A fronte di un accordo tra le parti sociali su nuovi orari dei turni di lavoro con cui viene procedimentalizzato il sistema di informazione e consultazione con riferimento ai livelli di contrattazione nazionale, regionale e di unità produttiva per realizzare su ciascun livello un livello di consenso idoneo non è necessaria la consultazione della Delegazione sindacale.

Cass. civ., 2 gennaio 2018 n. 1

Alla donna delle pulizie che svolga anche ulteriori mansioni quali smistare la posta, controllare gli impianti idrici ed elettrici, nonchè l'ascensore non deve essere riconosciuto necessariamente un rapporto di lavoro subordinato (facilmente collegabile al portierato)

Cass. civ., 27 dicembre 2017 n. 30985

La dichiarazione giudiziale di risoluzione del licenziamento disciplinare conseguente all'accertamento di un ritardo notevole e non giustificato della contestazione dell'addebito posto a base dello stesso provvedimento di recesso ricade ratione temporis, nella disciplina dell'articolo 18 della legge 300/1970 così come modificato dal comma 42, dell'articolo 1 della legge 92/2012 (riforma Fornero), comporta l'applicazione della sanzione dell'indennità come prevista dal quinto comma dello stesso articolo 18 della legge n. 300/1970.

Cass. civ., 19 dicembre 2017 n. 30417

Risulta illegittimo il licenziamento inflitto al lavoratore in malattia (affetto da esaurimento) che sia stato trovato a lavorare presso la tabaccheria della moglie.

Cass. civ., 14 dicembre 2017 n. 30083

Non è solo illegittima ma incostituzionale l'esclusione dal concorso per ottenere una posizione lavorativa superiore in funzione ai requisiti di altezza sui quali l'azienda non abbia fatto alcuna distinzione tra uomini e donne.

Cass. civ., 5 dicembre 2017 n. 29047

In tema di risarcimento del danno non patrimoniale derivante da demansionamento e dequalificazione il riconoscimento del lavoratore al risarcimento del danno professionale, biologico ed esistenziale non ricorre automaticamente in tutti i casi cioè di inadempimento datoriale.

Cass. civ., 15 novembre 2017 n. 27115

In materia di contratti collettivi aziendali va ribadita la loro validità ed efficacia erga omnes. Rappresenta cioè una regola di carattere generale che trova il solo limite per quei lavoratori che, aderendo a un'organizzazione sindacale diversa da quella che ha stipulato l'accordo aziendale, esprimano il loro aperto dissenso.

Cass. civ., 15 novembre 2017 n. 27093

Il regime previdenziale meno gravoso - che calcola la base imponibile sul 50% dell'indennità erogata al dipendente - va applicato anche nelle ipotesi di “trasferisti abituali”. Il legislatore ha considerato la “continuità” della prestazione del “trasfertista abituale” solo eventuale e comunque indifferente ai fini del relativo trattamento contributivo; nel senso che pure in ipotesi di continuità il trattamento non deve essere quello ordinario previsto per la retribuzione, bensì quello più favorevole previsto per l'indennità di trasferta o i compensi analoghi.

Cass. civ., 8 novembre 2017 n. 26483

Il diritto a percepire la pensione di inabilità civile fa i conti con il reddito percepito dal coniuge. Se quindi dal cumulo non emerge un concreto stato di bisogno il diritto può essere limitato se non addirittura disconosciuto.

Cass. civ., 6 novembre 2017 n. 26261

In caso di infortunio nello svolgimento del lavoro, il datore è tenuto a risarcire direttamente il dipendente qualora non abbia stipulato apposita polizza assicurativa.


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FALLIMENTO E ALTRE PROCEDURE CONCORSUALI

Cass. civ., 20 aprile 2018 n. 9932

E’ legittima la bocciatura della richiesta di ammissione al concordato preventivo quando il commissario non reputi ci siano le condizioni per procedere in questa direzione ed evitare così il fallimento.

Cass. civ., 1 febbraio 2018 n. 2510

Anche il contratto di factoring se stipulato da una banca in relazione ai crediti derivanti da rapporti bancari, è soggetto alla disciplina della trasparenza bancaria e rientra quindi nella disciplina dell'articolo 117 e successivi del Tub.

Cass. civ., 5 dicembre 2017 n. 29113

In caso di fallimento dell'azienda proprietaria del terreno inquinato, il comune ha diritto all'ammissione allo stato passivo per eseguire i lavori necessari al recupero del terreno, con privilegio sulle spese relative al sequestro conservativo del bene.

Cass. civ., 14 novembre 2017 n. 26930

La notifica per la dichiarazione di fallimento della società già cancellata dall'apposito registro deve essere effettuata in prima battuta presso la sede sociale, in seguito all'indirizzo di Pec e in ultima ipotesi mediante il deposito nella casa comunale del luogo dove era posta la sede sociale.

Cass. civ., 6 novembre 2017 n. 26276

Nel giudizio di reclamo avverso la sentenza dichiarativa di fallimento, quale disciplinato dall’articolo 18 della legge fallimentare, il termine per la costituzione della parte è perentorio, anche in mancanza di un’espressa dichiarazione normativa, senza che tuttavia il suo mancato rispetto implichi decadenza della parte che vi sia incorsa dal diritto di opporsi al predetto reclamo, potendo dunque essa intervenire nel relativo procedimento con le limitazioni che la tardività determina per la formulazione di determinate difese.


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DIRITTO PROCESSUALE CIVILE

Corte Costituzionale, 19 aprile 2018 n. 77

Il giudice civile, in caso di soccombenza totale di una parte, può compensare le spese di giudizio, parzialmente o per intero, non solo nelle ipotesi di “assoluta novità della questione trattata” o di “mutamento della giurisprudenza rispetto a questioni dirimenti” ma anche quando sussistono “altre analoghe gravi ed eccezionali ragioni”.

Cass. civ., 12 aprile 2018 n. 9059

In tema di intimazione dei testimoni, la loro mancata citazione non comporta la decadenza dal diritto di assunzione della prova tutte le volte che la relativa udienza abbia avuto il solo scopo di rinviare ex officio la causa (come nel caso di assenza del giudice istruttore, titolare del procedimento).

Cass. civ., 30 marzo 2018 n. 7900

Deve essere dichiarata d’ufficio l’improcedibilità del controricorso notificato con modalità telematiche in caso di mancato deposito in cancelleria delle ricevute di accettazione e consegna della notificazione dell’atto (previste dall’articolo 6 del Dpr 11 febbraio 2005 n. 68) in copia analogica munita di attestazione di conformità con sottoscrizione autografa del difensore ex articolo 9, commi 1-bis e 1- ter, della legge 53/1994.

Cass. civ., sezioni unite, 23 febbraio 2018 n. 4485

A seguito dell'introduzione dell'articolo 14 del decreto “taglia riti”, Dlgs n. 150 del 2011, l'avvocato può proporre l'istanza di liquidazione degli onorari: a) con un ricorso ai sensi dell'articolo 702-bis, c.p.c., che dà luogo ad un procedimento sommario “speciale”; b) con il procedimento per decreto ingiuntivo ai sensi degli articoli 633 e segg. cod. proc. civ.. Resta, invece, esclusa la possibilità di introdurre l'azione sia con il rito di cognizione ordinaria e sia con quello del procedimento sommario ordinario codicistico.

Cass. civ., sezioni unite, 22 febbraio 2018 n. 4324

L'equa riparazione del pregiudizio sofferto in ragione delle eccessive lungaggini processuali deve tenere conto delle eventuali sospensioni contenute nel lasso di tempo fatto valere dal ricorrente.

Cass. civ., 31 gennaio 2018 n. 2348

In un giudizio promosso fra l’impresa di assicurazione e la pluralità di persone danneggiate non sussiste l’ipotesi del litisconsorzio necessario processuale, mentre ove si tratti di giudizio introdotto dopo l’entrata in vigore dell’articolo 140 del Dlgs 7 settembre 2005 n. 209 sussiste il litisconsorzio necessario sostanziale.

Cass. civ., 8 gennaio 2018 n. 234

La legge del 4 agosto 2017 n. 124 che ha disposto con decorrenza dal 10 settembre 2017 la soppressione dell'attribuzione in esclusiva alla società Poste Italiane, quale fornitore del servizio postale universale, dei servizi inerenti le notificazioni e comunicazioni di atti giudiziari, non ha efficacia retroattiva.

Cass. civ., 11 dicembre 2017 n. 29604

In tema di condanna alle spese processuali, il principio della soccombenza deve essere inteso nel senso che soltanto la parte interamente vittoriosa non può essere condannata, nemmeno per una minima quota, al pagamento delle spese stesse e il criterio non può essere frazionato secondo l'esito delle varie fasi del giudizio ma va riferito unitariamente all''esito finale della lite senza che rilevi che in qualche grado o fase del giudizio la parte poi soccombente abbia conseguito un esito a lei favorevole.

Cass. civ., 9 novembre 2017 n. 26520

Fintanto che il processo civile telematico non sarà attivato anche presso la Corte di cassazione, ai fini dell’osservanza dell’articolo 369 del Cpc, il difensore del ricorrente, che ha l’onere di depositare la copia conforme all’originale del provvedimento impugnato, qualora non abbia disponibilità della copia con attestazione di conformità rilasciata dalla cancelleria, deve estrarre una copia analogica dall’originale digitale presente nel fascicolo informatico e attestare con propria sottoscrizione autografa la conformità dell’una all’altro, ai sensi dell’articolo 16-bis, comma 9-bis, del Dl 179/2012, non soddisfacendo invece le condizioni di legge l’attestazione di conformità apposta direttamente sulla copia del provvedimento eventualmente notificato con modalità telematiche.


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DIRITTO TRIBUTARIO

Cass. civ., 24 aprile 2018 n. 10021

Legittimo il diniego dell'Amministrazione a concedere il credito d'imposta a un contribuente che, secondo la vecchia normativa, ne aveva diritto ma, che non ne ha potuto beneficiare, in quanto le risorse statali erano esaurite.

Cass. civ., 9 aprile 2018 n. 8627

Per quel che concerne il condono previsto dall'articolo 9-bis della legge 289/2002 relativo alla possibilità di definire gli omessi e tardivi versamenti delle imposte e delle ritenute emergenti dalle dichiarazioni presentate, con il solo pagamento dell'imposta e degli interessi o dei soli interessi in caso di ritardo, rappresenta una forma di condono clemenziale e non premiale come, invece, previsto dagli articoli 7, 8, 9, 15 e 16.

Cass. civ., 9 aprile 2018 n. 8618

L'imprenditore agricolo per beneficiare dell'esenzione dall'imposta di registro non si può limitare a dichiarare di voler destinare l'acquisto alla coltivazione ma deve avere lo status di coltivatore.

Cass. civ., 4 aprile 2018 n. 8238

E’ illegittimo l'avviso di accertamento emesso sulla base di uno scarto notevole tra quanto dichiarato e quanto previsto, invece, dagli studi di settore: la mera comparazione tra gli introiti dichiarati e presunti non rappresenta di per sé un elemento presuntivo dotato di gravità, precisione e concordanza così come richiesto dall'articolo 39 del Dpr 600/1973.

Cass. civ., 4 aprile 2018 n. 8189

Non versa l'Irap l'odontoiatra che - per svolgere la professione - si avvalga di lavoratore dipendente e che dichiari spese per beni strumentali in linea con quelle del settore.

Cass. civ., 23 febbraio 2018 n. 4393

La detrazione sull'eccedenza Iva sussiste anche in assenza di presentazione della dichiarazione annuale per il periodo di maturazione. Tali somme devono, tuttavia, emergere dalle dichiarazioni periodiche e regolari per un anno e devono essere dedotte entro il termine previsto per la presentazione della dichiarazione relativa al secondo anno successivo a quello in cui il diritto è sorto.

Cass. civ., 12 febbraio 2018 n. 3276

Legittima la pretesa del Fisco nei confronti del contribuente per omessa dichiarazione di attività detenute in Svizzera nel 2003, quando le informazioni provengano dalla lista Falciani.

Cass. civ., 7 febbraio 2018 n. 2944

Il contribuente non può contestare una pretesa ormai definitiva.

Cass. civ., 7 febbraio 2018 n. 2935

L'Ufficio può procedere con l'accertamento induttivo solo in presenza di indizi gravi, precisi e concordanti e quindi non può emettere un avviso di accertamento sulla sola constatazione che un'attività sia proseguita attraverso altra società. A maggior ragione se il contribuente ha fornito adeguate spiegazioni.

Cass. civ., 17 gennaio 2018 n. 946

In caso di dichiarazione infedele le sanzioni sono comunque dovute: il tutto a prescindere dalla circostanza che l'imposta non dichiarata vada poi effettivamente riscossa oppure debba essere compensata con crediti rinvenienti dalla definitiva stabilizzazione di perdite fiscali anteriori.

Cass. civ., 12 dicembre 2017 n. 29681

Nel contenzioso tributario la parte soccombente non è automaticamente chiamata a versare anche il contributo unificato: è necessario fare una netta distinzione tra il diritto amministrativo e quello tributario senza che tra le due materie si applichino per via analogica principi propri e che hanno una portata assolutamente limitata.

Cass. civ., 6 dicembre 2017 n. 29189

La triangolazione donante, donatario e vendita a terzi non ha necessariamente scopo elusivo e quindi legittima il Fisco a pretendere la tassazione.

Cass. civ., 29 novembre 2017 n. 28588

La motivazione per relationem dell'avviso di accertamento è legittima e l'accertamento induttivo è sempre consentito in presenza di contabilità in nero anche in assenza di irregolarità contabili.

Cass. civ., 13 novembre 2017 n. 26719

La circostanza che l'immobile sia di interesse culturale e artistico non è condizione sufficiente per ridurre o addirittura eliminare il versamento della Tarsu.

Cass. civ., 9 novembre 2017 n. 26511

E’ da accogliere la richiesta del Codacons Campania in merito alla presunta illegittimità delle diverse tariffe per l'acqua applicate da una società privata. Quest'ultima, infatti, riteneva che le pertinenze degli immobili come ad esempio i box auto dovessero versare una somma più alta per l'acqua con l'applicazione pertanto delle tariffe in vigore per le industrie.


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SUCCESSIONI E DONAZIONI

Cass. civ., 22 marzo 2018 n. 7181

In tema di divisione, il valore dei beni si determina con riferimento ai prezzi di mercato correnti al tempo della decisione, con conseguente necessità di aggiornamento di tale valore d’ufficio, anche in appello, per adeguarlo alle fluttuazioni di mercato dello specifico settore. Pertanto, la determinazione del conguaglio in denaro, ai sensi dell’articolo 728 del Cc, prescinde dalla domanda di parte, concernendo l’attuazione del progetto divisionale, che appartiene alla competenza del giudice, per cui questi deve provvedere d’ufficio alla rivalutazione del conguaglio, qualora vi sia stata un’apprezzabile lievitazione del prezzo di mercato del bene, tale da alterare la funzione di riequilibrio propria del conguaglio, spettando alla parte un mero onere di allegazione, finalizzato a sollecitare l’esercizio del potere officioso del giudice.

Cass. civ., 5 gennaio 2018 n. 169

L’articolo 687, primo comma, del Cc ha un fondamento oggettivo, individuabile nella modificazione della situazione familiare in relazione alla quale il testatore aveva disposto dei suoi beni, e poiché tale modificazione sussiste sia quando il testatore abbia riconosciuto un figlio naturale, sia quando nei suoi confronti sia stata esperita vittoriosamente l’azione di accertamento di filiazione naturale, dal combinato disposto degli articoli 277, primo comma, e 687, primo comma, del Cc deriva che la revoca del testamento e ricollegabile anche al secondo di tali eventi.


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PROPRIETA' E DIRITTI REALI

Cass. civ., 10 aprile 2018 n. 8817

L’indennità dovuta dal proprietario del fondo a cui favore è stata costituita la servitù di passaggio coattivo non rappresenta il corrispettivo dell’utilità conseguita dal fondo dominante, sicché, per la sua determinazione, non può aversi riguardo esclusivamente al valore della superficie di terreno assoggettata alla servitù, dovendosi tenere altresì conto di ogni altro pregiudizio subito dal fondo servente in relazione alla sua destinazione a causa del transito di persone e di veicoli.

Cass. civ., 29 gennaio 2018 n. 2115

In zona sismica, la sopraelevazione irrispettosa della specifica normativa tecnica deve considerarsi di per sé pericolosa e dunque va abbattuta anche se condonata.

Cass. civ., 16 febbraio 2018 n. 3873

La costruzione eseguita dal comproprietario del suolo comune diviene per accessione ex articolo 934 del codice civile di proprietà comune agli altri comproprietari del suolo, salvo contrario accordo, traslativo della proprietà del suolo o costitutivo di un diritto reale su di esso, che deve rivestire la forma scritta ad substantiam.


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COMUNIONE, CONDOMINIO E LOCAZIONI

Cass. civ., 7 febbraio 2018 n. 2957

Il condomino ha il diritto di abbellire le aiuole comuni con delle piante.

Cass. civ., 18 gennaio 2018 n. 1235

La realizzazione di una piattaforma coperta da ombrelloni e delimitata da ringhiere che poggia sulla pavimentazione della piazza antistante l'edificio condominiale e ancorata alla parete perimetrale, è un atto lesivo del decoro architettonico.

Cass. civ., 17 gennaio 2018 n. 1025

Gli inquilini non possono chiedere il danno da inquinamento acustico da uso di macchinari in assenza di una misurazione del rumore di fondo effettuata nella fascia oraria nella quale si lamenti la violazione dei limiti differenziali.


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SOCIETA' E DIRITTO COMMERCIALE

Cass. civ., 11 aprile 2018 n. 9001

Nella vendita di pacchetti azionari occorre che la società ottenga il benestare della capogruppo e, qualora abbia proceduto alla stipula di un preliminare, comunichi immediatamente la risposta della capogruppo.

Cass. civ., 7 marzo 2018 n. 5477

Nella determinazione del compenso degli amministratori fa fede quanto stabilito e approvato dall'assemblea e non quanto, invece, pattuito con l'amministratore delegato.

Cass. civ., 7 marzo 2018 n. 5357

I sindaci delle società quotate sono dotati di poteri ispettivi che hanno l'obbligo di esercitare a fronte di rilevanti operazioni finanziarie fuori dal core business ed in potenziale conflitto di interessi, senza potersi trincere dietro le omissioni informative degli amministratori. Né tantomeno possono pretendere un affievolimento del potere-dovere di controllo per via della complessità organizzativa della società.

Cass. civ., 7 marzo 2018 n. 5356

L'amministratore delegato e al tempo stesso presidente del consiglio di amministrazione di una società finanziaria in caso di mancati controlli interni e inosservanza dalle regole in materia di trasparenza può salvarsi dalla sanzione di Banca d'Italia solo se riesce a dimostrare di aver agito senza colpa. In tutti gli altri casi resta la responsabilità.

Cass. civ., 28 febbraio 2018 n. 4642

Scatta la sanzione per “offerta al pubblico abusiva” per chi metta in vendita le azioni di una società in via di costituzione attraverso un sito internet, senza la preventiva autorizzazione del prospetto informativo da parte della Consob.

Cass. civ., 14 febbraio 2018 n. 3577

Le società quotate devono comunicare senza indugio al mercato variazioni rilevanti degli indici di bilancio rispetto ai report previsionali. E devono farlo non appena dispongono di informazioni precise ed attendibili. Non vi è dunque neppure la necessità di un via libera del Cda che comunque, se nelle intenzioni dell'azienda, va convocato in tempi strettissimi.

Cass. civ., 26 gennaio 2018 n. 2038

Compete anche al socio-amministratore di società a responsabilità limitata il diritto, previsto dall’articolo 2476, secondo comma, del Cc, di ricevere notizie sullo svolgimento degli affari sociali e di consultare i libri e i documenti relativi alla gestione societaria compiuta dagli altri amministratori, cui egli non abbia in tutto o in parte partecipato.

Cass. civ., 22 gennaio 2018 n. 1529

Il collegio sindacale ha una funzione strategica all'interno di una struttura bancaria: i sindaci devono verificare con continuità e, in ogni caso, i possibili rischi aziendali, sulla base dei flussi informativi e della funzione di controllo interno loro demandati e non limitata a compiti di alta vigilanza.


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DIRITTO AMMINISTRATIVO

Consiglio di Stato, Adunanza Plenaria, 6 aprile 2018 n. 3

L’interdittiva antimafia è provvedimento amministrativo al quale deve essere riconosciuta natura cautelare e preventiva, in un’ottica di bilanciamento tra la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica e la libertà di iniziativa economica riconosciuta dall’articolo 41 della Costituzione, costituendo una misura volta - a un tempo - alla salvaguardia dell’ordine pubblico economico, della libera concorrenza tra le imprese e del buon andamento della pubblica amministrazione; pertanto, esso mira a prevenire tentativi di infiltrazione mafiosa nelle imprese, volti a condizionare le scelte e gli indirizzi della pubblica amministrazione e si pone in funzione di tutela sia dei principi di legalità, imparzialità e buon andamento, riconosciuti dall’articolo 97 della Costituzione, sia dello svolgimento leale e corretto della concorrenza tra le stesse imprese nel mercato, sia, infine, del corretto utilizzo delle risorse pubbliche.

Consiglio di Stato, 4 aprile 2018 n. 2097

L’annullamento integrale di un piano di zona per l’edilizia economica e popolare in sede giurisdizionale produce i suoi effetti anche nei confronti di chi non abbia proposto ricorso, solo nel senso che, una volta pronunciato l’annullamento, il piano non può più essere legittimamente assunto come presupposto di nuovi provvedimenti attuativi (come quelli espropriativi), ma non nel senso che restano travolti e caducati anche gli atti espropriativi emanati precedentemente all’annullamento, così come il soggetto che non ha partecipato al giudizio amministrativo non può avvalersi del giudicato relativo all’annullamento di un piano di zona per l’edilizia economica e popolare al fine di ottenere dal giudice ordinario la cancellazione della trascrizione del decreto di espropriazione e il risarcimento dei danni, in quanto la dichiarazione di pubblica utilità, implicita nell’approvazione del piano di zona, non è un atto collettivo, ma deve essere inquadrato nella categoria degli atti plurimi, caratterizzati dall’efficacia soggettivamente limitata ai destinatari individuabili in relazione alla titolarità delle singole porzioni immobiliari oggetto della potestà ablatoria, con la conseguenza che il suo annullamento non spiega efficacia erga omnes.

Consiglio di Stato, 1 marzo 2018 n. 1266

Spetta alla Provincia autonoma di Trento (Pat) la competenza sul servizio idrico, come riconosciuto dalla Consulta con la sentenza 137/2014. L'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico (AEEGSI, ora ARERA - Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) non può dunque imporre ai gestori un contributo di funzionamento secondo gli ordinari criteri. Saranno invece la Pat e Arera attraverso un confronto in spirito di reciproca leale collaborazione, a stabilire la minor quota di contributo che spetta all'Autorità in rapporto alla minor quota residua di sue competenze (che le parti dovranno comunque fra loro accertare, quale residuo presupposto contributivo) nei confronti dei gestori operanti nel territorio della PAT.

Consiglio di Stato, adunanza plenaria, 30 gennaio 2018 n. 1

In caso di malattia dipendente da causa di servizio, l'impiegato pubblico non può cumulare quanto ricevuto a titolo di equo indennizzo con il risarcimento del danno non patrimoniale per lesione del diritto alla salute.

Consiglio di Stato, 30 gennaio 2018 n. 634

In linea generale, pur dinanzi al generale onere di specificità dei motivi di gravame, costituisce jus receptum il principio per cui è da ritenere ammissibile l’appello se dallo stesso sia possibile desumere quali siano le argomentazioni fatte valere da chi ha proposto l'impugnazione in contrapposizione a quelle evincibili dalla sentenza impugnata, atteso che il grado di specificità dei motivi di appello va parametrato e vagliato alla luce del grado di specificità della sentenza contestata; pertanto, una critica generica o una lagnanza generica sull'ingiustizia della sentenza non è adeguata e ammissibile se la sentenza confuta puntualmente i motivi di cui al ricorso di primo grado.

Consiglio di Stato, 30 gennaio 2018 n. 628

È legittimo il provvedimento con cui è respinta l’istanza di un appartenente alla Polizia di Stato con cui questi ha chiesto di potere usufruire dei periodi di riposo accordati dall’articolo 40, lettera c), del decreto legislativo 26 marzo 2001 n. 151, per la nascita del proprio figlio, specificando di essere coniugato con moglie casalinga in quanto nessun congedo parentale spetta, in linea di principio, al padre coniugato con una casalinga. Questa, infatti, svolge attività domestiche che le consentono di prendersi cura del figlio, salvo che non vi possa attendere per specifiche, oggettive, concrete, attuali e ben documentate ragioni, fra le quali non rientra il mancato possesso della patente di guida.

Consiglio di Stato, 30 gennaio 2018 n. 623

Lo status dei cappellani militari è quello proprio dei militari, sicché gli atti assunti dall'autorità ecclesiastica esplicano efficacia nell'ambito dell'ordinamento statale, con la conseguenza che i provvedimenti emanati dalle superiori autorità ecclesiastiche, che sui cappellani militari esercitano la propria giurisdizione ecclesiastica (intesa come esercizio del ministero ecclesiastico), devono considerarsi, in forza del regime concordatario e delle norme di settore, alla stregua di atti provenienti da soggetti incardinati funzionalmente nella struttura del ministero della Difesa, con conseguente giurisdizione del giudice amministrativo a giudicarne la legittimità.

Consiglio di Stato, 26 gennaio 2018 n. 565

Le prescrizioni dei bandi di gara d’appalto hanno carattere inderogabile e vincolano anche l’Amministrazione che, pertanto, non può disattendere tali disposizioni, costituenti la cosiddetta lex specialis della gara o del concorso, e, anche nel caso in cui esse siano illegittime, non può disapplicarle.


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DIRITTO E PROCEDURA PENALE

Cass. pen., 26 aprile 2018 n. 18299

Con il “concordato in appello”, introdotto l'estate scorsa per finalità deflative, con una novella al codice di procedura penale, la decisione diventa inoppugnabile.

Cass. pen., 24 aprile 2018 n. 18101

L'adesione all'astensione dalle udienze proclamate degli organismi della magistratura onoraria non incide nel computo della prescrizione.

Cass. pen., 23 aprile 2018 n. 18048

E’ configurabile il reato di omicidio preterintenzionale nella condotta di chi, attraverso un gioco erotico di sodomizzazione, non già diretto a provocare piacere sessuale, bensì posto in essere per infliggere un dolore o una punizione, al di fuori di un rapporto consensuale, provoca la morte della vittima come conseguenza della volontà di manomettere l'altrui persona in modo violento.

Cass. pen., 20 aprile 2018 n. 17987

E’ corruzione in atti giudiziari per l'avvocato difensore di più persone “sorvegliate speciali” che regala al Giudice di pace, competente a decidere, un “cesto natalizio” di significativo valore.

Cass. pen., 17 aprile 2018 n. 17158

Le intercettazioni se «chiare» e «non ambigue» sono sufficienti a giustificare la misura cautelare del carcere quando fondano l'accusa di partecipazione ad una associazione mafiosa.

Cass. pen., 6 aprile 2018 n. 15523

Deve escludersi che la previsione incriminatrice di cui all’articolo 660 del Cp, circa la molestia o il disturbo recati mediante la trasmissione di “lettere anonime” (nella specie, depositate nella cassetta delle lettere della vittima). Infatti, una tale condotta non rientra nel paradigma normativo della fattispecie incriminatrice, perché la condotta perturbatrice non risulta essersi concretizzata in un luogo pubblico o aperto al pubblico, né essere avvenuta a mezzo telefono.

Cass. pen., 5 aprile 2018 n. 15178

Il medico specializzato non deve limitarsi a far eseguire al paziente solo esami clinici riguardanti il proprio settore, ma a fronte dei sintomi manifestati dal paziente deve avere quella flessibilità che porti a considerare patologie che non sono del proprio campo e a sottoporre il paziente ad ulteriori e differenti accertamenti. In caso contrario sussiste la responsabilità medica per negligenza o imprudenza.

Cass. pen., 28 marzo 2018 n. 14320

Le dichiarazioni spontanee anche se rese in assenza del difensore e senza l'avviso di poter esercitare il diritto al silenzio sono utilizzabili nelle fase procedimentale, nella misura in cui emerge con chiarezza che l'indagato abbia scelto di renderle liberamente, senza alcuna coercizione o sollecitazione.

Cass. pen., 28 marzo 2018 n. 14200

Ai fini dell’accertamento della non imputabilità derivante da immaturità, l’indagine sulla personalità del minore non richiede necessariamente un accertamento di tipo psichiatrico, in quanto l’esame della maturità mentale del minore può legittimamente essere condotto attraverso la valutazione degli esperti o delle persone che abbiano avuto rapporti con l’imputato - attività indicate dall’articolo 9, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 448 del 1988 - e in base a tutti gli elementi desumibili dagli atti e, tra questi, dalle modalità del fatto, esaminate anche in considerazione dell’età del minorenne, le quali dimostrino la sussistenza di detta imputabilità. In questa prospettiva, l’incapacità di intendere e di volere da immaturità ha carattere relativo nel senso che, trattandosi di qualificazione fondata su elementi non solo biopsichici ma anche socio-pedagogici, relativi all’età evolutiva va accertata con riferimento al reato commesso, sulla base degli elementi, offerti dalla realtà processuale.

Cass. pen., 27 marzo 2018 n. 14165

In tema di misure di prevenzione patrimoniali, la «ragionevole correlazione temporale», tra l’acquisto del bene e il momento di accertato pericolosità qualificata del proposto (necessaria per evitare il rischio di rendere particolarmente problematico l’assolvimento dell’onere dell’interessato di giustificare la provenienza dei beni, come evidenziato dalla Corte costituzionale, nella sentenza n. 33 del 2018, sia pure relativa alla c.d. confisca allargata di cui all’articolo 12-sexies del decreto legge n. 306 del 1992, convertito dalla legge n. 356 del 1992) non esclude affatto che possa procedersi alla confisca anche di beni acquisiti in epoca anche di gran lunga successiva alla cessazione delle condizioni di pericolosità soggettiva, allorquando il giudice dia conto di una pluralità di indici fattuali altamente dimostrativi che dette acquisizioni patrimoniali siano la diretta derivazione causale proprio della “provvista” formatasi nel periodo di illecita attività.

Cass. pen., 26 marzo 2018 n. 14007

Se il commercialista è intercettato perché sotto indagine, i ‘consigli' forniti ai clienti per evadere il Fisco non sono coperti dal segreto professionale e dunque sono pienamente utilizzabili anche ai fini cautelari.

Cass. pen., 22 marzo 2018 n. 13398

Il giornale telematico - sia se riproduzione di quello cartaceo, sia se unica e autonoma fonte di informazione professionale - soggiace alla normativa sulla stampa, perché ontologicamente e funzionalmente è assimilabile alla pubblicazione cartacea (cfr. sezioni Unite, 29 gennaio 2015, Fazzo e altro). Al giornale telematico si estendono, quindi, non solo le garanzie costituzionali a tutela della stampa e della libera manifestazione del pensiero previste dall’articolo 21 della Costituzione, ma anche le disposizioni volte a impedire che con il mezzo della stampa si commettano reati, tra le quali quella di cui all’articolo 57 del Cp, che punisce appunto l’omesso controllo sui contenuti pubblicati. Tale responsabilità riguarda certamente i contenuti redazionali, ma non può escludersi neppure relativamente ai commenti inseriti (“postati”) dagli utenti estranei alla redazione, perché, rispetto a tali ultimi contenuti, se pure si accertasse l’impossibilità per il direttore di impedirne la pubblicazione con gli opportuni, praticabili accorgimenti tecnico-organizzativi, ciò non sarebbe sufficiente a escludere la responsabilità per omesso controllo in relazione alla “permanenza” del commento incriminato, che il direttore avrebbe potuto e dovuto rimuovere.

Cass. pen., 22 marzo 2018 n. 13307

E’ legittimo il sequestro preventivo delle attrezzature e apparecchiature rinvenute nello studio dentistico, quando il titolare sia privo di un titolo abilitativo alla professione e tutto lasci presagire il regolare svolgimento dell'attività di odontoiatra.

Cass. pen., 22 marzo 2018 n. 13284

Non può essere ravvisato il reato di abuso di ufficio a carico di soggetti che non abbiano una qualifica soggettiva di pubblici ufficiali o incaricati di pubblici servizi e che in concreto svolgano lavori che non abbiano un'attinenza diretta con il servizio pubblico.

Cass. pen., 21 marzo 2018 n. 13114

Il contribuente è tenuto a versare le imposte in Italia e non in Svizzera se viene dimostrato che, pur avendo la residenza elvetica, tuttavia dimori stabilmente in Italia.

Cass. pen., 21 marzo 2018 n. 13111

Il sequestro preventivo indirizzato sui beni dell'indagato e poi condannato per reati tributari, continua ad essere efficace nel caso i beni oggetti della misura cautelare reale siano finiti nella disponibilità della figlia attraverso una cessione azionaria simulata.

Cass. pen., 15 marzo 2018 n. 11994

Il piccolo spaccio può beneficiare della lieve entità a patto che l’attività sia esercitata con basso grado di offensività.

Cass. pen., 15 marzo 2018 n. 11919

L'accertamento induttivo è valido non solo per determinare una maggiore imposta da corrispondere sul fronte civile, ma è anche in grado di evidenziare evasioni d'imposta con rilevanza penale.

Cass. pen., 13 marzo 2018 n. 11035

L'omesso versamento Iva anche a processo iniziato se non supera l'importo di 250mila euro non assume rilevanza penale.

Cass. pen., 9 marzo 2018 n. 10763

Il reato di maltrattamenti in famiglia può essere realizzato anche mediante concorso per omissione in condotte commissive.

Cass. pen., 8 marzo 2018 n. 10567

La speciale competenza stabilita dall’articolo 11 del Cpp, che ha natura funzionale, e non semplicemente territoriale, con conseguente rilevabilità, anche di ufficio, del relativo vizio in ogni stato e grado del procedimento, opera esclusivamente per i procedimenti in cui un magistrato assume la qualità di indagato, di imputato, ovvero di persona offesa o danneggiata dal reato e, ai sensi del comma 3 della medesima disposizione, nei procedimenti connessi. Pertanto, tale disciplina derogatoria non opera quando il magistrato, ai sensi del disposto dell’articolo 48 del Cp, sia solo lo strumento inconsapevole della commissione di un reato (nella specie, tra l’altro, del reato di falso), perché il soggetto che commette il reato perché determinato dall’altrui inganno appartiene, pur sempre, ancorché non sia punibile, al novero degli autori del reato e, pertanto, non può essere, al contempo, considerato danneggiato da una condotta posta in essere da sé medesimo.

Cass. pen., 5 marzo 2018 n. 9989

In riferimento all’attività e agli atti del pubblico ministero nella fase delle indagini preliminari, non è possibile far valere l’incompetenza davanti al giudice, dovendolo in particolare desumere dalla disciplina dettata dall’articolo 54-quater del codice di procedura penale, adottata per consentire una verifica, su richiesta di soggetti esterni all’organizzazione dell’ufficio del pubblico ministero, relativamente alla legittimazione a indagare della Procura della Repubblica in concreto procedente. Tale disposizione, infatti, ha previsto un rimedio tutto interno alla struttura organizzativa dell’autorità requirente, rimet-tendo al procuratore generale della corte di appello o presso la corte di cassazione, e non al giudice, la decisione sulla legittimazione dello specifico ufficio di procura a indagare.

Cass. pen., 5 marzo 2018 n. 9966

Per il reato di interferenza illecita nella vita privata di cui all’articolo 615-bis del Cp il momento perfezionativo non coincide con l’istallazione delle telecamere preso l’abitazione altrui, ma con il procurarsi indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata, svolgentesi nei luoghi indicati nell’articolo 614 del Cp: ricorre, quindi, una fattispecie che, pur essendo a consumazione istantanea, può anche atteggiarsi a reato eventualmente permanente, quando il suo autore lo progetti e lo esegua con modalità continuative.

Cass. pen., 5 marzo 2018 n. 9951

Niente imputazione del reato di bancarotta patrimoniale per l'amministratore formale che prende il comando dell'azienda ma che di fatto non abbia la consapevolezza di sottrarre beni ai creditori.

Cass. pen., 5 marzo 2018 n. 9921

Nessuna lesione del diritto di difesa, nel caso di imputazione per bancarotta fraudolenta documentale, qualora la contestazione preveda sia la mancata tenuta che la sottrazione delle scritture contabili.

Cass. pen., 2 marzo 2018 n. 9475

In caso di confisca diretta si deve procedere ad aggredire direttamente (ed esclusivamente) i beni societari senza che il giudice possa disporre contestualmente la confisca per equivalente a carico del rappresentante legale. L'eventuale scelta poi di ricorrere, invece, alla confisca per equivalente deve avvenire prima che ci sia la pronuncia del giudice dell'esecuzione. In caso contrario il soggetto ingiustamente colpito dalla misura si troverebbe nelle condizioni di non poter più impugnare la misura disposta ed essere espropriato del diritto di far valere le proprie ragioni.

Corte Costituzionale, 2 marzo 2018 n. 41

Chi deve scontare una pena, anche residua, fino a 4 anni di carcere ha diritto alla sospensione dell'ordine di esecuzione allo scopo di chiedere e ottenere l'affidamento in prova ai servizi sociali, nella versione “allargata” introdotta dal legislatore nel 2013. È quindi incostituzionale il quinto comma dell'articolo 656 del Codice di procedura penale, che prevede la sospensione solo per pene fino a 3 anni.

Cass. pen., 1 marzo 2018 n. 9400

L'elettore che entra nella cabina con il telefono cellulare e scatta una foto alla scheda appena compilata commette un reato.

Cass. pen., 1 marzo 2018 n. 9385

In un appalto pubblico, il general contractor svolge una attività pubblicistica e dunque risponde di corruzione e turbativa d'asta chi si aggiudica un lotto messo a gara attraverso la dazione di denaro ai vertici dell'ente.


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